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Medea oggi

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                                                       Medea con i figli uccisi Oltre ai femminicidi, una strage quasi quotidiana, ciò che pure spaventa sono i tanti      bambini che vengono uccisi dalle loro madri.  Secondo i dati Eures, dal 2000 al 2023Italia sono stati registrati 535 infanticidi che rappresentano il 12, 7 degli omicidi commessi in ambito familiare. Ciò senza contare i tanti che si sono verificati in questi ulti due anni: basta ricordare l’ultimo verificatosi a Muggia in provincia di Trieste dove una madre ha ucciso il figlio a coltellate.   Mentre leggevo in me affioravano ricordi legati al periodo scolastico e, in particolare, allo studio della letteratura greca e dei tre grandi tragici dell’antichità:  Eschilo, Sofocle, Euripide  che con le loro opere esplorarono il mare magnum dell’esistenz...

La casa nl bosco

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                                                             Jean Jacque Rousseau  Un paese del Chietino: Palmoli - 850 abitanti a 750 metri di  altitudine. Ha guadagnato le prime pagine dei giornali e dei mass – media  in genere, perché ha  portato all’attenzione del grande pubblico, una antica visione della famiglia e  dell’educazione.   Sono i cosiddetti “Neo - rurali [1] ”, come accettano di essere  chiamati: un gruppo di circa 60 persone che si sono ritirate dal  rumore della civiltà per vivere a contatto della natura e con ciò  che la natura mette a loro disposizione. Una famiglia che insieme con i due figli viveva in una casa  fatiscente, senza acqua, senza luce, vecchie finestre, con strade  sterrate; beh non è la prima volta e non sarà l’ultima che  famiglie c...
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La violenza sulle donne 3

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                                                                      Margherita Sarfatti e Benito Mussolini                                      

La violenza sulle donne 2

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  l l fascismo, come abbiamo già visto precedentemente, relegò la donna al ruolo di madre e moglie in una cornice fortemente patriarcale dalla quale, per il filosofo Slasvoj Zizek, ancora oggi, come una tartaruga, è indaffarata a spezzare il guscio ideologico del patriarcato [1]  che non le riconosceva altro diritto che stare in casa e accudire la famiglia.   Una realtà che pervase l’intera società post - bellica come ad esempio in La vigna delle uve nere    della scrittrice siciliana Livia De Stefani che racconta di Concetta:  “ il cielo di noi donne è l’uomo, il volo il matrimonio ” e di Casimiro Badalementi il quale è fortemente convinto che   “ Il padre comanda per il bene dei figli e i figli obbediscono per il bene proprio e per il bene di quelli che nasceranno poi da loro. Il padre insegna. Il figlio impara . Se il padre sa le cose della vita e ha saputo guadagnare stima e denaro, il figlio è fortunato. Non deve imparare più niente d...

La violenza sulle donne 1^

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  In Italia i femminicidi si susseguono ad un ritmo impressionante. Com’è possibile? Quale è la cultura sottesa che fa credere che la donna debba dipendere solo e soltanto dal capriccio dell’uomo che non sopporta di perdere una propria cosa , di vederla allontanare da sé, finalmente, consapevole della propria autonomia e libertà. E’ il retaggio di una cultura patriarcale , ancora radicata in tanti strati della società, difficile da estirpare, dove la donna non contava niente: era di proprietà del padre – padrone e del marito – padrone. Essere sempre pronta a soddisfare le voglie del marito e sempre gravida per fornire braccia utili per l’economia della famiglia e della patria.  Ha contato niente nelle istituzioni, nelle arti, nelle scienze, pur essendoci state donne, in tutti i campi del sapere che hanno mostrato di non aver nulla da invidiare agli uomini, come Ipazia , e tantissime altre, astronoma, matematica, filosofa del IV secolo d. C., nata ad Alessandria d’Egitto ...

Memoria e comunità

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  Ogni anno, il due novembre, c’è l’usanza Per i defunti andare al cimitero Ognuno ll’adda fà chesta crianza Ognuno adda tenè chistu penziero     E io stu penziero, come dice Totò, o tengo, così come tutti quelli che hanno perso una persona cara. Dopo essere stato nella capella dei miei genitori, inizio un cammino che mi porta a girare per tutto il camposanto e a indugiare davanti alle tante tombe che mi paiono tessere di un grande mosaico dove vedi scorrere il tempo passato con le sue passioni, con le sue debolezze, con la sua povertà, con la sua tracotanza, con la sua grandezza: il cimitero come   metafora della storia di un paese, come il luogo che racchiude la memoria biografica e collettiva di una comunità. Le lapidi raccontano ciò che non ricordiamo più: nomi che ritornano, mestieri, fotografie sbiadite, famiglie intere, amori interrotti, destini improvvisi. Allora la memoria smette di essere solo un ricordo privato, diventa racconto condiviso...