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La corruzione nel Ventennio

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  Qualche anno fa, è stato pubblicato un bel saggio del professore Mauro Canali e del documentarista Mauro Volpini dal titolo: Mussolini e i ladri di regime. Sappiamo che la corruzione fa parte della storia dell’umanità e del Potere, soprattutto, che l’accompagna: c’è sempre un “serpente tentatore”, un “piatto di lenticchie” che motivano e giustificano (?) azioni immorali.  Attraversando millenni e secoli di storia non mancano casi di grandi figure della storia coinvolte in grossi scandali di corruzione. Ma il saggio prende in esame il Ventennio fascista e la figura carismatica di Benito Mussolini che si scagliava contro i profittatori di guerra, i pescecani, gli egoisti e poi i parassiti di Stato.   I Fasci di Combattimento, movimento politico fondato da Benito Mussolini nel 1919, avevano come programma il sequestro dei profitti di guerra e l’espropriazione parziale di tutte le ricchezze attraverso un’imposta sul capitale, perché, come diceva, la vita quale la conce...

Ines De Leucio: una donna,una strega, un'artista

    Non una semplice icona, ma una visione del mondo e della vita. Questa è Ines De Leucio, personalità poliedrica e duttile che rappresenta un mondo di sogni, forme, colori di cui si serve per realizzare nelle sue sculture, sui suoi tessuti, sulle sue tele una malia che le deriva dalla esperienza, dalle conoscenze accumulate negli anni e dalla frequentazione con artisti come Edgardo Abbozzo che è stato, certamente uno dei più significativi del XX secolo nell’esplorare il rapporto tra arte e alchimia.   Ines De Leucio, la strega aborigena che, con un balzo, esce fuori dallo stereotipo della strega – maga per porsi nella sua veste di donna, di artista, a tutto tondo, che vive il suo tempo con le sue contraddizioni. La sua opera spazia dalla pittura, alla scultura, alla body art che ha nel futurismo, nel dadaismo il proprio punto di riferimento in grandi artisti come Marcel Duchamp o Antonin Artaud col suo “Teatro della crudeltà”. La strega aborigena non disdegna ...

Le canzoni del cuore

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  Sempre alla ricerca di cogliere nelle canzoni un 'anticipazione dei tempi che poi verranno, nella mia mente si è materializzata una canzone della fine degli anni Sessanta, cantata da Adriano Celentano e intitolata Il Mondo in MI Settima,   che si regge su di una sola nota musicale: mi settima, appunto. Riascoltarla oggi, nel suo pessimismo, ti porta ad essere ottimista, (mi si scusi questo ossimoro) perchè capisci che quello che sta succedendo oggi è già stato e sempre sarà (come diceva Nietzsche, con la teoria dell' Eterno Ritorno ) Ma la memoria è labile e l'uomo dimentica facilmente per cui non ricorda più i danni prodotti ed è pronto per ricominciare! Se ci uniamo in un clan tutti insieme , cantava il molleggiato, si può vincere, ma che cosa dobbiamo vincere? la nostra stessa natura che strutturalmente è portata a distruggere l'altro o con la violenza, in tempi di guerra, o con le parole, in tempi di pace che, lo sappiamo, sono più dure delle pietre? Sembra  ch...

Per i bimbi del'Est, di Gaza e per tutti quelli che nascono in stato di cattività

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  Il mondo che vorremmo non è quello che in cui stiamo vivendo con anticipo la nostra fine. La politica non è in grado di costruire nulla che miri al bene comune che oggi consiste, oltre che creare le condizioni per ua vita dignitosa per tutti, occuparsi del climate change che già sta facendo danni irreparabili, di sconfiggere pulsioni ataviche di guerra contro cui i politici sono in grado solo di balbettare, vedi l' Europa , oggi, o ritornare a politiche di grandeur che una volta appartenevano all'Europa, vedi Francia, Germania, l'Italia del Ventennio. No! Non è il mondo che vorremmo, è  quello di cui ci si deve accontentare, come canta il Blasco nazionale, qui si può solo perdere ... e alla fine non si perde neanche più. In questo mondo c he sta cadendo giù - dentro un mare pieno di follie - ipocrisie ,   come   canta Laura Pausini, il mio pensiero, spesso corre ai tanti bimbi che sono nati in questi ultimi anni in cui la ragione non solo si è addormentata, e gener...

Per mio padre

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Una poesia di Camillo Sbarbaro , tratta da "Pianissimo", una silloge poetica pubblicata per la prima volta nel 1914.  Per mio padre che, oggi, avrebbe 107 anni (1918) e che è stato ed è sempre presente nella mia vita.  Padre anche se tu fossi Padre , se anche tu non fossi il mio padre, se anche fossi a me un estraneo, per te stesso egualmente t'amerei. Chè mi ricordo d'un mattino d'inverno  che la prima viola sull'opposto muro scopristi dalla tua finestra e ce ne desti la novella allegra. Poi la scala di legno tolta in spalla di casa uscisti e l'appoggiasti al muro. Noi piccoli stavamo alla finestra. E di quella volta mi ricordo che la sorella mia piccola ancora per la casa inseguivi miacciando (la caparbia aveva fatto non so che) Ma raggiuntala che strillava forte dalla paura ti mancava il cuore ché avevi visto te inseguire la tua piccola figlia, e tutta spaventata tu vacillante l'attiravi al petto, e con carezze dentro le tue braccia l'avviluppav...

L'orrore di Mrcinelle,

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Era l'8 agosto del 1956 quando  a Marcinelle, una località del Comune di Charleroi, Belgio,  morirono 252 minatori, di cui 136  italiani, 95 belgi e 31 di altre nazionalità. Una grande tragedia del lavoro causata dalla povertà e dalla mancanza di opportunità lavorative che l'Italia offriva. Italiani, e non solo, per lavorare nelle miniere dove i belgi non scendevano perché lavori in sommo grado pericolosi. Erano tempi difficili e in tanti già erano emigrati negli anni passati nei paesi europei, in America, in Australia, soprattutto dal Sud dell'Italia; con il Belgio, l'Italia faveva firmato un protocollo nel 1946 con il quale si impegnava a inviare  forza lavoro italiana, 50.000 lavoratori, in cambio di carbone.  Partivano con l'idea di integrare i magri raccolti delle loro campagne col lavoro per poi riotornare e cercare di comperare qualche pezzo di terra o iniziare a costruire una piccola casa. I sogni di tanti contadini,  fortemente discriminati dai loc...

Scusate il disturbo

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  Sono state le ultime parole dette da Maritna Oppelli. Una donna di 50 anni a fetta da venti anni da   sclerosi multipla secondaria progressiva che ha visto negarsi per la terza volta dall'Asugi, l' Azienda sanitaria triestina, il diritto di poter accedere al suicidio assitito in Italia. Accomagnata da due volontari del Soccorso Civile, Martina, allo stremo delle forze,si è recata in Svizzera per porre fine ad una esistenza  fatta solo di dolore e sofferenza. Eppure c' è una sentenza della  Consulta del 2019 che permette di rispondere affermativamente ala richiesta di un malato quando ricorrono alcune condizioni: una malattia oirreversibile, una patologia che comprta gravi sofferenze, la dipendenza dai sostegni viotali, la capacità di autodeterminarsi. Nonostante ciò, le ASL tergiversano interpretano e, d i fatto, vietano  di poter ricorrere al suicidio assistito. A me pare che godano quando possono VIETARE, entrando così superficalmente e prepotentemente ...