Il nuovo cinema Paradiso di Toto' Cascio

 Voglio parlare di un libro che mi ha colpito particolarmente per la storia raccontata da Totò Cascio che è l'autore, insieme con Giorgio De Martino de La Gloria e la Prova - Il mio nuovo cinema Paradiso 2.0.

Forse non tutti ricorderanno Salvatore Cascio, ma tutti non hanno dimenticato lo splendido film di Giuseppe Tornatore, Oscar per il migliore film straniero nel 1990, e il piccolo Salvatore che impersona lo stesso regista da bambino. Aveva 10 anni quando fu scelto e la sua interpretazione, insieme con quella di Alfredo,  Philippe Noiret, il proiezionista cinematografico quasi cieco  che vedeva con gli occhi del cuore,  credo sia rimasta nei cuori di tutti.

Perché parlare oggi di Totò Cascio? Perché, in un certo momento, è scomparso e nessuno ne ha sentito più parlare perché si rifiutava agli altri, a qualsiasi contatto col mondo esterno. Già mentre girava il  film non vedeva molto bene e col passare del tempo una retinite pigmentosa con edema maculare gli procurò una perdita progressiva, irreversibile e quasi totale della vista: il mondo esterno, la natura i colori tendono a scomparire e con essi anche Salvatore che si chiude in se stesso perché non accetta ciò che gli è successo, non solo, ma lo vive, come una vergogna.

 Dal 2001 al 2015 si allontanò dal mondo e dagli amici perché la depressione, la disperazione diventarono i suoi  nuovi padroni; fin quando non decide di svegliarsi e il punto di svolta  non poteva essere che l'accettazione e la condivisione della malattia che  avvenne con un'  intervista che fu liberatoria, proprio perché fino a quel momento aveva vissuto la malattia con grandissimo disagio e timore.

 Andrea Bocelli, che ha scritto la postfazione al suo libro, mentre la prefazione è di Giuseppe Tornatore, poco più di cento pagine che, davvero si divorano, mi ha insegnato, dice Salvatore, un concetto semplice: la disabilità non è un disonore. 

Per cui  si riappropria della propria vita e grazie ad una nuova consapevolezza torna a vivere una vita degna di essere vissuta e trova la forza di raccontare il suo Nuovo Cinema Paradiso 2.0"

E' ritornato a fare cinema perché dice , il regista si adeguerà alle sue esigenze, ma, soprattutto dice, in una bella intervista rilasciata al Corriere della Sera: oggi son grato alla vita per quello per quello che mi ha dato e non ho più tempo per lamentarmi per ciò che non ho più. La vita è straordinariamente imprevedibile ed è bella proprio per questo.

Una storia fortemente coinvolgente che insegna come la vita dà sempre un' occasione  per uscire fuori dall'abisso in cui l'anima e il corpo sono sprofondati. 

Perché se nessuno, come dice Karl Barth, può tornare indietro e ricominciare da capo, ma chiunque può andare avanti e decidere il finale.

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