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Visualizzazione dei post da agosto, 2024

L'inizio di un nuovo anno scolastico

  Manca poco all'apertura del nuovo anno scolastico e nulla, mi pare, è cambiato rispetto agli altri anni: mancheranno i docenti per coprire tutte le classi, i docenti di sostegno sempre pochi e inadeguati rispetto al grave compito che li aspetta, dirigenti che, nonostante gli sforzi, avranno ancora reggenze di più scuole scuole, edilizia scolastica senza nessuna novità nonostante il pnrr abbia assegnato grosse somme per costruire ex novo o ristruttrare gli edifici scolastici. Docenti demotivati, alunni poco interessati rappresentano il mix per una scuola allo sbando dove, a mio avviso, del binomio "scuola - società", cioè di una comunità che debba integrarsi nella società e nella vita quotidiana delle persone, il primo termine è stato assorbito dal secondo, per cui assisitiamo ad una scuola che stenta a reggere il passo rispetto ad una società che corre alla velocità della luce.  Ma la scuola, secondo me, non può, nè deve inseguire, ma orientare, fare in modo che gli alu

due lettere a confronto

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  Ho letto un bell'articolo del professore Giuseppe Antonelli, professore di Linguistica italiana presso l'università di Pavia, relativo all'evoluzione subita dalla lingua e di come è cambiato non solo l'italiano, ma il rapportto stesso dele persone con l'italiano, soprattutto quello scritto.  Una volta ci si vergognava di parlare in dialetto, oggi, invece, lo si trova "filtrato" normalmente nella lingua italiana. Basta tenere presente l'uso  che ne fa  Andea Camilleri con Montalbano o di altri autori fiorentini, napoletani, pugliesi: c'è un uso misto di italiano e dialetto, così come pure nel primo romanzo, Come l'Arancio Amaro, scritto da Milena Palminter i che a75 anni ha scritto il suo primo romanzo che occupa da tempo  i primi posti in classifica tra i libri più venduti. Meritatamente, dico io, perché davvero una bella storia.  Riporto la lettera scritta dai fratelli Capone nel film Totò, Peppino e la Malafemmina e Non ci Resta che Pian

La guerra igiene del mondo?

Marinetti e il futurismo vogliono "glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna". Per Hegel la guerra rappresenta "un antidoto contro l'infiacchimento dei popoli: rigenera cioè lo spirito delle popolazioni come il movimento del vento preserva il mare dalla putrefazione nella quale lo ridurrebbe  una pace durevole o perpetua".   La guerra come soluzione per respirare aria nuova? Per l'homo novus? Non credo: la guerra porta solo miseria, morte, distruzione per la stragrande maggioranza della gente che vede morire i propri figli, vede stuprare le proprie figlie, uccidere e scomparire i propri nipoti. Mentre i figli e le famiglie di chi scatena conflitti ed eccidi sono preservati dalla tragicità della guerra perché vivono in "castelli inargentati". La guerra è il teatro dove avvengono i peggiori crimini contro l'umanit

L'orrore di Marcinelle

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L'8 agosto si commemorano solennemente le vittime di Marcinelle e dal 2001, questa data ricorda " La giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo.   L'8 agosto del 1956, in Belgio, nel Bois du Cazier di Marcinelle, una località del Comune di Charlreoi, morirono un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera provocò la morte di 262 minatori, di cui 136  erano italiani. Una tragedia i mmane dove furono coinvolti anche operai di altre nazioni: 95 belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 3 algerini, 3 ungheresi, 2 francesi, un inglese, un olandese, un russo, un ucraino. Una così forte presenza di operai italiani dipendeva dall' accordo   uomo - carbone fatto tra il governo italiano   e quello belga il 23 giugno del 1946  che, fino al 1957, portò in Belgio 140.000 lavoratori e che assicurava all'Italia, a un prezzo favorevole, 2500 tonnellate di carbone mensile per ogni 1.000 lavoratori da destinare ai lavori in miniera.  Un accordo che scaturiva da una

L'oro delle olimpiadi

  O capitano, mio capitano, il nostro viaggio tremendo è terminato la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambito premio è conquistato. Sono i versi di un poeta americano, Walt Withman, tra i più grandi, scritti per la morte del presidente Abramo Lincon e diventatati celebri con lo splendido film, interpretato da Robin Williamsm, L'Attimo Fuggente , dove gli allievi in piedi  sui banchi  salutano il loro professore che sta andando via. Credo che questi versi, mai come oggi, possano raffigurare  l'atleta Novak Dyokovic che, all'età di 37 anni ha vinto la merdaglia d'oro olimpica. L'unica che mancava al palmares del più grande tennista di tutti i tempi che con questa vittoria è asceso al monte Olimpo che era la sede degli dei.  Ha mostrato intelligenza, classe, senso di responsabilità, tenacia nel perseguire un risultato che voleva a tutti i costi. Vittoria conseguita contro il ventiduenne tennista Alcaraz, fortissimo, chè è il futuro del tennis, col nostro Jannik S

Nulla di grande senza passione

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 Ore 21.00 sulla seconda rete della Rai per assistere alle gare olimpioniche che sono un crogiuolo di emozioni: lacrime di gioia e di dolore  dove avverti l'amore per la disciplina, i sacrifici fatti da ogni atleta per cercare di vincere una medaglia che racchiude il coraggio, la forza, la dignità di chi per anni si è sottoposto ad allenamenti stressanti per rincorrere il sogno di tutta una vita.  Abbiamo visto la felicità della squadra di sciabola per la prestigiosa medagli d'oro conquistata, le lacrime e la gioia insieme di Benedetta Pilato, la compostezza di Filippo Macchi, medaglia d'argento per i fioretto, di fronte al verdetto, ingiusto, dell'arbitro che ha assegnato la vittoria al cinese.  O la schermitrice brasiliana Nathalie Moellhausen che, nonostante  il tumore che l'ha fatta sentire male, ha voluto portare a termine la gara. Le olimpiadi, altre ad uno spettacolo unico, stanno rivelando la grande sensibilità  e dignità con cui gli atleti gareggiano, lotta