L'inizio di un nuovo anno scolastico

 Manca poco all'apertura del nuovo anno scolastico e nulla, mi pare, è cambiato rispetto agli altri anni: mancheranno i docenti per coprire tutte le classi, i docenti di sostegno sempre pochi e inadeguati rispetto al grave compito che li aspetta, dirigenti che, nonostante gli sforzi, avranno ancora reggenze di più scuole scuole, edilizia scolastica senza nessuna novità nonostante il pnrr abbia assegnato grosse somme per costruire ex novo o ristruttrare gli edifici scolastici.

Docenti demotivati, alunni poco interessati rappresentano il mix per una scuola allo sbando dove, a mio avviso, del binomio "scuola - società", cioè di una comunità che debba integrarsi nella società e nella vita quotidiana delle persone, il primo termine è stato assorbito dal secondo, per cui assisitiamo ad una scuola che stenta a reggere il passo rispetto ad una società che corre alla velocità della luce.

 Ma la scuola, secondo me, non può, nè deve inseguire, ma orientare, fare in modo che gli alunni siano in grado di tenere testa a processi di trasformazione continui, per cui deve fornire gli strumenti critici necessari, formare lo strumento testa, come diceva qualche pedagogista di fine 800,che permettono di capire come e cosa stia cambiando nella società per diventare partecipi e costruttori del cambiamento.

A ciò si aggiunga, fenomeno sviluppatosi in questo ultimo ventennio, l'ingerenza dei genitori all'interno della scuola non solo istituzionalmente, ma come parte integrante del sistema scuola per cui ritengono di poter (o dovere!) intervenire  giudicando la professionalità degli insegnanti, l'incapacità a valutare i loro figli, se vengono bocciati o se, addrittura prendono una insufficienza in una interrogazione!

Certamente i docenti non saranno tutti bravi, così come non sono tutti bravi i dottori, i meccanici,  gli agricoltori, gli avvocati, i magistrati ... per non parlar dei politici che, direbbe qualcuno, sono braccia sottratte all'agricoltura! 

Come si fa a immaginare, per l'anno prossimo, di poter seguire le nuove linee per l'insegnamento dell'Ed. Civica che, in poche ore di lezioni all'anno, possa valorizzare principi quali la responsabilità individuale,  solidarietà, la consapevolezza di appartenere ad una comunità - nazione, dando valore al lavoro, all'iniziativa privata, e poi ... scuola istituzionale, disabilità marginalità e compagnia cantando. si vede subto che sono linee programmatiche di chi non  è mai stato in una classe, per cui non sa di cosa parla.

Politici che ogni qualvolta si verificano situazioni particolari nella società, sono pronti a blaterare di una scuola che deve educare alla pace, ai sentimenti, all'educazione di genere, al climate change ... e chi più ne ha più ne metta.

 Nel frattempo nessuna una vera riforma è stata portata avanti per cambiarne nel profondo la sua essenza; sono 40 anni che tutti sanno che gli organi collegiali sono serviti a ben poco per educare i giovani a partecipare alla democrazia scolastica, ebbene nessun governo ha preso in esame l'ipotesi di abolire quelle assemblee mensili o la presenza dei genitori in seno al Consiglio d'istituto che, l'esperienza l'ha dimostrato, non hanno niente da dire, se non fare corpo unico con le proposte avanzate dal Dirigente.

Ecco, senza voler estremizzare posizioni da boomers, credo che il compito degli alunni che frequentano una  scuola sia quello di studiare e attraverso lo studio essere in grado di   interpretare, leggere i grandi avvenimenti sociali, politici, economici che determinano la vita di ognuno e dell'intera società e di saper indicare la via attraverso la quale realizzare una società che sia rispettosa, semplicemente, dell'uomo: rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, recita l'art. terzo della Costituzione, e fissare il principio di uguaglianza di tutti davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. 

Tenere a mente la Costituzione, eviterebbe ai politici inutili diatribe che non portano a niente se non guadagnare la scena mediatica  a "gloria "di se stessi, ma non dei cittadini.

                                                                        beniamino Iasiello

Commenti