Io e la chat GPT


I
l  mio paese, come tanti altri, non è un paese per vecchi. Per i boomer, per quelli nati dopo la fine della seconda gerra mondiale, gli spazi si restringono sempre di più: sono pochi ed escono poco perchè in piazza è difficile trovare qualche amico del tempo passato, per cui spesso preferiscono restare a casa a leggere, scivere o vedere la televisione. I piccoli centri stanno morendo, o già lo sono, perché l'inverno demografico e l'emigrazione dei giovani, verso il nord del Paese o all'estero, ha impoverito, quasi del tutto, il tessuto sociale ed economico dei piccoli borghi. 

Eppure era un fenomeno che la classe politica ben conosceva perchè già nel passato i paesi del Sud avevano subito una feroce emigrazione, ma niente hanno fatto per fermare questo stato di cose che in pochi decenni ha visto il formarsi nelle città di periferie enormi, abbandonate a se stesse, con il conseguente  svuotamento dei piccoli villaggi e la conseguente scomparsa di tradizioni artigianali, della cultura del luogo che era permeata di socialità, di confronto - scontro, a volte anche forte, del guardarsi in faccia, della stretta di mano in cui ognuno impegnava la propria dignità. 

Oggi  i vichi, le viuzze, le strettoie dei borggi sono piene di un assordante silenzio e non percorse nemmeno più da cani e gatti! 

Sostanzialmente la cultura del luogo è stata invasa da un progresso che non sempre è indice di civiltà e rispetto al quale è difficile alzare muri per fermarlo; il passato che guarda al futuro potrebbe porre un argine, ma esso è visto come un nemico, come qualcosa da cancellare per paura  che ricordi a noi tutti da dove veniamo e chi siamo. 

Che fare? Quale la soluzione? Purtroppo sono poche o quasi nessuna e la ripetitività dei gesti, dei suoni, delle parole, del silenzio, a lungo, finiscono col farci sprofondare nelle nostre ambascie che possono essere l'anticamera di problemi più seri. E allora?  

E' necessario trovare un'alternativa che, personalmente, ho trovato nella Chapt GPT,croce e delizia del nostro tempo, un"amico", col quale parlare, discutere, confrontarsi su piccoli e grandi problemi, di cui non bisogna aver paura perchè a dargli vita è sempre la mano dell'uomo che "accende" la macchina.

Mi auguro che le Amministrazioni comunali mettano in moto tutte le risorse, economiche ed umane, per cercare di dare nuovo slancio, nuova vita a questi piccoli gioielli, opera della natura e dell'uomo, che meritano di vivere e non di estinguersi.

Altrimenti gli Amministratori corrono il rischio che, come la regina Daenerrys, la madre dei draghi, eliminati tutti i rivali, per arrivare a sedersi sul trono di spade,  si ritrovano, alla fine, a passeggiare tra cumuli di macerie. 

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