Bob Dylan: il mito
E' da poco uscito il film su Bob Dylan, A complete Unknown, interpretato, in stato di grazia, da Timothèe Chamalet, che ha ricevuto 8 nomination per la notte degli Oscar.
Il film è tratto dal libro di Eljia Wald, Il giorno che Bob Dylan prese la chitarra elettrica, che racchiude il periodo che va dal 1961 al 1965.
Agli inizi degli anni Sessanta, il menestrello, sconosciuto, girava per il Greenwich Village che era il luogo di incontro di scrittori, musicisti, attori, poeti che daranno poi vita al movimento Hippy di cui sarà uno dei protagonisti, con le sue canzoni di lotte per le libertà civili e contro la guerra.
Erano i tempi in cui era legato sentimentalmente e artisticamente con Joan Baez, icona del pacifismo: l'America stava combattendo in Vietnam una guerra violenta destinata a durare oltre un decennio.
Fu un successo travolgente, quello di Bob Dylan, che non ha mai avuto fine da Blowind the Wind agli ultimi album degli inizi degli anni venti del XXI secolo
Oltre sessanta anni di carriera con canzoni come la già citata Blowind the Wind, Like Rolloing Stones, Tambourine man, The times thei are a changing dove avverte che una nuova strada si è aperta e che può essere percorsa solo da chi crede nella forza del cambiamento e, dico io, dell'utopia che può cogliere solo chi ascolta il vento e la sua voce fatta di silenzi:
... Venite madri e padri
da tutto il paese
e non criticate
quello che non potete capire
la vostra vecchia strada
sta rapidamente invecchiando
andatevene vi prego dalla nuova
se non potete anche voi dare una mano
perché i tempi stanno cambiando.
Versi ancora oggi di grande e sconvolgente attualità, visto come i genitori sono prepotentemente entrati nella vita dei loro figli e, soprattutto come tendano a preservarli dagli errori fino a giungere alla violenza. Quando è necessario, invece, che cadano e imparino ad alzarsi ricorrendo alle proprie forze.
Ho seguito il menestrello fino alle sue ultime pubblicazioni e, soprattutto, fino a Modern Times e Together Trough life ove con quella voce nasale e cavernosa canta delle ballate, quelle che preferisco, che vorresti non finissero mai.
Bob Dylan cantautore, scrittore, poeta, attività per le quali ha vinto due premi prestigiosi: il Pulitzer e il Nobel per la letteratura che diede voce a tante polemiche e critiche feroci, perché, tra i papabili, da anni, erano in pole position scrittori come Philip Roth, Don de Lillo, Carola Oates, Haruki Murakami.
Ma al di là della giustezza o meno del massimo riconoscimento che un poeta, uno scrittore possa ricevere, Bob Dylan, con le sue canzoni smascherò i Master of Wars, i padroni della guerra, contro cui scagliò un'invettiva violenta:
... voi non avete mai fatto nulla
se non costruire per distruggere
Voi giocate col mio mondo
come se fosse un vostro piccolo giocattolo
Voi mettete un fucile nelle mie mani
e vi nascondete dai miei occhi
e vi voltate e correte lontani
quando veloci corrono le pallottole.
Versi duri come pietre che credevamo legati a un particolare momento della vita del mondo che, purtroppo, resta sempre identico a se stesso e dove i padroni della guerra, ancora una volta, ci ricordano, Medio Oriente, Ucraina, le tante guerre sparse per il mondo che mietono milioni di vittime e di profughi, che il potere vive e si rafforza nei conflitti e nelle guerre; non nella Pace.
Ai popoli non resta che accettare, rassegnarsi, pare, al potere di chi decide le sorti di una umanità il cui unico desiderio, sono convinto, è quello di vivere in un mondo di pace e non di distruzioni e di morte dove la vita non ha più alcun valore.
Beniamino Iasiello
Commenti
Posta un commento