Io l'8
C'è un bel saggio di pedagogia e psicologia, Dalla parte delle Bambine, degli inizi degli anni Settanta di Elena Gianini Belotti che racconta come in Lucania quando nasceva una donna si versava una brocca d'acqua nel focolare a significare che la sua vita si sarebbe svolta nel chiuso delle pareti domestiche e quando nasceva un maschio, la brocca veniva versata per strada a significare che la sua vita era destinata a percorrere le strade del mondo.
Ne è passata da allora di acqua sotto i ponti e nessuno le ha viste arrivare (le donne), come si dice oggi, e, invisibili, hanno occupato, come è giusto che sia, posti importanti in politica, nel mondo dell'economia e in quello sociale.
Allora tutto risolto?
Per niente! Perchè il problema continua ad esistere, tanto da arrivare, proprio oggi 8 marzo, da parte del governo, ad approvare una "legge speciale" , quella sul femminicidio, che aumenta gli anni di carcerazione a chi si rende colpevole, appunto, di femminicidio; .
Davvero, per le donne, sapere che, chi violenta, stupra può subire una forte pena, egastolo, 24, 15 anni di carcerazione e, forse, anche meno) le ripari da abusi e molestie e le faccia stare meglio?
Oppure è un fatto culturale? Per cui, senza nulla togliere all'inasprimento delle pene, è necessario percorrere altre strade, certamente più ripide, ma più durature?
Ancora una volta, la politica induce a guadare al dito e non alla luna. Inoltre il Ddl antiviolenza non marca ancora più vistosamente la posizione di subordinazione della donna nel nostro sistema sociale? Per cui ha bisogno di essere protetta con una legge ad hoc? Cioè il femminicidio come un autonoma fattispecie sociale recita il Ddl.
Come se le donne avessero sempre bisogno di una tutela speciale, invece che di azioni concrete che tendino a superare una diseguaglianza che è fonte di gravi squiibri per l'intera società.
La festa è finita!
Ecco cosa dovrebbero dire le donne: l'8 marzo è una celebrazione stanca, vuota, una ripetitiva ritualità, per cui, al di là di una pizza e una birra tra amiche, viene da chiedersi:a chi serve? Certamente non alle donne.
Questa giornata possa rappresentare un messaggio forte per gli uomini che, spesso, o quasi sempre,incapaci di relazionarsi correttamente con l'altra metà del cielo, ricorrono alla violenza, alla forza bruta che distrugge, uccide, annienta le vite e le famiglie e condanna alla solitudine, alla desertificazione del cuore e degli animi.
Riporto una poesia di Madre Teresa di Calcutta, una sorta di tavola dei comandamenti, non celebrativa, che indica nella resilienza "l'arma" che la donna possiede per rivoluzionare una società dove vi sono ancora forti sacche di patriarcato che si oppongono a veder limitato un potere millenario, da sembrare quasi naturale e non storico; e perciò, come tutto ciò che è fatto dall'uomo, soggetto a radicali trasformazioni.
Donna
I capelli diventano bianchi
I giorni si trasformano in anni
però ciò che è importante non cambia.
La tua forza e la tua convinzione non hanno età
Il tuo spirito è colla di qualsiasi tela di ragno
Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza
Dietro ogno scccesso una delusione
Fino a quando sei viva sentiti viva
Se ti manca ciò che facevi
torna a farlo.
Non vivere di fotografie ingiallite
Insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni
Non lasciare che arruginisca il ferro che è in te
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce,
quando non potra camminare veloce, cammina
quando non potrai camminare, usa il bastone
però non trattenerti mai.
Beniamino Iasiello
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