Marzo: il mese della poesia
Diciamo la verità, la poesia sembra che non interessi più nessuno. Nella nostra società tecnologica pare abbia perso la capacità di farsi ascoltare, di comunicare emozioni, sentimenti, illusioni che illuminano la nostra esistenza, alleviano le sofferenze e leniscono il dolore,
La poesia, da sempre, è stata quella voce potente di cui l'umanità si è alimentata e attraverso cui ha tramandato alle generazioni successive i più grandi valori umani, perché essa nasce da un bisogno, da un bisogno dell'anima, un bisogno di trascendenza che compie uno strano miracolo, in quanto eleva sensazioni soggettive a paradigmi universali.
E' morta la poesia, dice qualcuno, perchè nella società massificata e del dominio assoluto della Tecnica onnipotente sembrano essersi spenti entusiasmo e passione che hanno fatto grande "il verso".
La pura razionalità sembra aver occupato ogni spazio vitale, per cui alla poesia non resterebbe che rincantucciarsi tra le pieghe di una tecnologia che ha anestetizzato i sentimenti.
Allora, come spiegare i tanti giovani e non, che partecipano alle manifestazioni poetiche?
Certamente non per semplice presenzialismo, né per vanità, ma perché avvertono un disperato bisogno di amore, di solidarietà di mani tese che ridiano il senso della vita e di un futuro ancora possibile.
Convinti della capacità della parola di penetrare nella profondità dell'animo umano in forma immediata e di sapere andare oltre la vita di ognuno, oltre l'accettazione passiva dell'esistenza in momenti storici in cui ci si sente soli e smarriti, la poesia potrà indicare nuove strade.
Orizzonti diversi fatti di nuove parole che sfuggano dal cerchio magico di un potere che si serve di un vecchio linguaggio per continuare a mistificare la realtà e tenerci prigionieri in un mondo che, invece, ha bisogno di poesia, del cuore dei poeti per imparare a volare sopra la paura
A partire da oggi, ogni domenica, sino alla fine di marzo, pubblicherò delle poesie che maggiormente mi sono care.
Oggi, riporto quattro poesie rispettivamente di: Domenico Rossi, Nereo De Blasio, amici che ho sempre stimato, e Carmine Ambrusco che ha rappresentato il punto più alto della poesia ceppalonese.
Giovinezza
Giovinezza!
Come destriero, criniera al vento,
galoppando vai verso l'amore
non ti curi il sentiero accidentato
non tocch in terra voli
galoppi al vento verso l'avventura!
Non ti ferma il dirupo o la montagna
non fiume il torrente o la discesa
galoppi al vento incontro al tuo destino!
Giovinezza!
Sei proprio sfuggente come un destriero nel vento,
duri un attimo, come un sogno:
un magnifico sogno di una notte soltanto.
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Budapest
Non sorridi.
Nella voce flebile
ancora le grida,
negli occhi di ghiaccio
ancora i lampi,
nel tuo incedere
ancora la timidezza
di chi ha paura.
Il lamento di un sassofono
si leva dal tuo cuore
e squarcia il silenzio
di questa fredda
sera d'inverno
ed il suono arriva
fino a quelle martoriate scarpe di ferro
impastate nel cemento.
Poveri Versi
Compongo
poveri versi
semplici, scarni. Non ho pretese
Canto
la miseria del mondo
il grande stupore del cielo.
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Ho sempre amato ...
Ho amato tutto del creato
Ho amato la bellezza e la giustizia
Ho amato il mio secolo sconvolto
tradito nella idea e nella pace
Tra le ingiustizie, tante,
sta l'indifferenza della gente
che non cerca più la verità.
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Beniamino Iasiello
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