Historia magistra vitae ?
E' vero! Peccato, però, che non abbia scolari che l'ascoltino, per cui le sue lezioni sono parole che si perdono nel vento.
La guerra in Ucraina è la prova più evidente e macroscopica di come l'uomo dimentichi gli insegnamenti del passato.
Agli inizi degli anni Quaranta del Novecento:, la Germania di Hitler avanzava in maniera inarrestabile e già molti paesi europei erano stati occupati; non sembravano esserci forze in campo in grado di opporre resistenza le panzer division tedesche.
Mancava solo l'Inghilterra, che era sull'orlo del baratro, perché l'esercito era stato chiuso in una morsa a Dunkerque dalla quale difficilmente sarebbe riuscito a salvarsi se il comando tedesco non avesse mostrato delle incertezze a livello tattico - operativo.
Il nuovo ordine europeo stava trionfando; a Londra, il primo ministro Winston Churchill non era disposto in alcun modo a trattare condizioni di pace col nemico perché sapeva che Hitler, il caporale, l'imbianchino, come lo chiamava, avrebbe imposto la sua pace giusta: sottomisione dell'Inghilterra, i cui governanti sarebbero diventati fedeli esecutori della Welthanscaung tedesca e i suoi cittadini "schiavi" delle "camice brune" (le tristi SA) e dei vessilli bianco - rossi delle SS.
La situazione era drammatica: a Dunkerque 300.000 soldati inglesi correvano il rischio di perdere la vita e l'Inghilterra di rimanere priva del suo esercito e, all'interno del Gabinetto di guerra, installato dal primo mistro inglese, vi era chi remava per un accordo, tramite Mussolini, per evitare l'immane tragedia.
Winston Churchill stava per cedere, ma, alla fine, con l'assenso del re, decise di continuare la guerra, non nascondendo agli inglesi, con un discorso alla Camera, le gravi difficoltà del momento e soprattutto che, di sicuro, poteva solo promettere sangue, fatica, lacrime e sudore.
Combattere fino in fondo per la libertà e a la salvaguardia della dignità di una nazione fu la scelta operata dall'Inghilterra che portò, con l'intervento americano, alla sconfitta delle forze del male.
Oggi, rispetto ai fatti dell'Ucraina, alcuni politici e giornalisti affermano che mai l'Ucraina avrebbe dovuto difendere i propri confini, perché mai avrebbe potuto sconfiggere la Russia, per cui, per evitare un bagno di sangue, meglio sarebbe stato cedere alle mire espansionistiche del nuovo Zar di tutte le Russie.
Eppure politici, giornalisti, intellettuali dovrebbero ricordare come la Conferenza di Monaco del 1938, tenutasi tra Germania, Italia, Francia e Inghilterra, (concessione di alcune parti della Cecoslovacchia allaGermania,) non fermò assolutamente Hitler dall'iniziare la seconda guerra mondiale.
Anzi, il Patto di Monaco, rivelò la debolezza di un sistema che faceva finta di non vedere ciò che era già una realtà: la volontà del Fhurer di trovare il proprio lebensraum, lo spazio vitale.
Se l'Inghilterra avesse ascoltato quei pochi, però influenti, che volevano negoziare, chissà che non staremmo ancora tutti incolonnati a marciare al ritmo del passo dell'oca.
Risultano incomprensibili politici e giornalisti come Salvini, Conte, Travaglio, Santoro, che marciano per la pace anche se ingiusta per l'Ucraina.
Putin non merita tutto il credito di cui sta godendo perchè in tal modo si afferma che vale solo e soltanto il diritto del più forte, convalidando, così, ciò che Trasimaco, nel dialogo la Repubblica di Platone, sosteneva, contro la tesi socratica della giutizia come ricerca della verità, che la giustizia consiste nell'utile del più forte e, quindi, che il diritto è, sostanzialmente legato alla forza e al potere.
Ma davvero non è cambiato niente in questi 2400 anni circa di Storia?
Beniamino Iasiello
Beniamino Iasiello
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